Ed eccoci alla Pasqua.
Beh, la cronologia lo esige e quindi,
dopo il Natale, eccoci all’altra festività cattolica per eccellenza.
E tutti giù a rimpinzarsi a più non
posso. Però …
Già, anche quest’anno c’è un “però” che
aleggia su ogni media immaginabile. La questione dell’agnello.
Ricorderete tutti che l'anno scorso fummo invasi dagli spot,
le foto e le campagne lanciate contro il consumo del belante giovane
quadrupede. Quest'anno ci ripetiamo, con schiere di animalisti e altri gruppi analoghi decisi a lanciare un attacco diretto a tutti i famelici consumatori di carne per difendere la povera
bestiola che, va detto, era già stata sacrificata proprio dal Padre Eterno, da
suo Figlio, dagli Apostoli e da tutto il resto del popolo sotto la croce.
Ora, lungi dal volermi buttare in un’analisi
della questione religiosa al riguardo però, insomma, la cosa mi sembra un
tantino strana e anche un po’ estrema.
Ogni giorno tonnellate di carne
macellata di ogni tipo è in attesa di essere acquistata sui banchi di vendita
di tutto il mondo; ogni giorno migliaia di camion trasportano animali destinati
al macello o già macellati; ogni giorno milioni di animali vivono la loro
giornata negli allevamenti (in condizioni per lo più discutibili).
C’era bisogno di una nuova e ulteriore campagna mediatica
ultra-intensiva in difesa dell’agnellino?
Qualcuno dirà: non vale solo per lui, ma
anche per gli altri animali.
Molto bene, allora boicottiamo la carne!
Certo, come no …
La questione, come sempre, è più
sottile, intrigata e ipocrita e non potrebbe essere altrimenti, giacché siamo
umani.
Quelli che si sono fatti intenerire
dagli spot e dai post sui social network pro-agnello sono gli stessi che invece del “piccolo” mangeranno
bistecche di manzo, arrosti di vitello, braciole di maiale. Certo, vegetariani
e vegani mangeranno altro, ma tutti gli altri?
Va detto che uno spot per salvare la
vita al maiale sarebbe auspicabile, adesso, ma come la mettiamo con le succulente
salsicce?
E chi glielo dice al popolo di Firenze che mangiare la fiorentina
sarebbe una violenza innominabile nei confronti dello sfortunato bovino?
Eh, già, il punto è che l’agnello
raffigurato nelle varie fotografie è un cucciolo, tipo i cagnolini le cui foto
riempiono di tenerezza canina tutto il web.
Il cucciolo fa pensare ad un
esserino indifeso che viene preso, ammazzato, scuoiato, squartato e fatto a
pezzi pronti per la casseruola. Immagine terribile, dico bene? E come pensate
che finiscano gli altri animali sui banchi delle macellerie?
Purtroppo, la nostra dis-umanità è
racchiusa anche in queste nefande azioni: prendere le parti di uno, ma lasciare
che il resto se la sbrighi come sempre.
Mi perdonino gli agnelli, ma temo che ci
siano questioni ben più serie e gravi da affrontare che non spendere tonnellate
di tempo (e anche denaro) per spingere questi messaggi, tra l’altro ben lontani dall’essere di una
qualche utilità.
Perché, mentre pensiamo a salvare l’agnello
dal sacrificio continuiamo a respirare aria inquinata, mangiamo cibi
spazzatura di dubbia provenienza, fumiamo come ciminiere, ci spariamo dentro
ettolitri di alcolici e, come se non bastasse, passiamo la vita a lavorare per
un pugno di mosche per poi morire senza aver vissuto decentemente per un tempo
ragionevole. Contribuendo a spappolare il pianeta che abitiamo.
Allora, facciamo davvero un sacrificio:
smettiamola con le scemenze e occupiamoci d'altro, che sarebbe ora.
Buona Pasqua (?).