(Questo pezzo
l'ho scritto il 13 febbraio 2016. Temo sia il caso di ripubblicarlo, perché
l'argomento sta di nuovo infiammando la rete. Non ho la pretesa di riuscire a
portare ordine nella questione, ma sento il dovere di provare a dare una scossa
a menti che sembrano non voler considerare il quadro d'insieme.)
Quale famiglia?
Le
presunte diversità e gli stereotipi.
Cosa rimane, nel momento in cui tendiamo a distruggere invece di costruire?
Al tanto
vituperato Festival di Sanremo (edizione 2016, ndr) è andata in
scena la parata dei diritti per le unioni civili e tutti coloro che non
sono d’accordo (e sono tanti) parlano di pressione del Partito Democratico affinché
si spinga sull’argomento. Anche in televisione. Anche in eurovisione.
Una cosa
abbastanza assurda, dal momento che le leggi si discutono ancora in Parlamento.
Per ora, almeno.
È proprio la
questione dei matrimoni tra persone del medesimo sesso a essere di per
sé un assurdo. Nel senso che non è una questione. Si cerca di negare a due
persone che si amano di convogliare a nozze. Scendono in piazza i
cattolici, i conservatori, i cavalieri della “famiglia” e tutti a
protestare che la “famiglia” è una e una sola.
Senza entrare nel merito di chi ha inventato il concetto di famiglia, la
domanda da porre sarebbe: una legge di questo tipo cosa toglie alle coppie
etero?
Ecco, esatto, non
toglie nulla.
Qui non è in discussione il diritto
di una coppia eterosessuale di formare una famiglia, ma permettere a coppie
omosessuali (uomini o donne) di godere del diritto medesimo.
A tutti gli effetti, che problema c’è?
A tutti gli effetti, che problema c’è?
Sembra di tornare
indietro a un tempo dove i matrimoni misti (persone eterosessuali ma
di etnia/colore della pelle/provenienza diversa) erano uno scandalo.
Alla fine, la sostanza è sempre la stessa:
il problema
delle presunte diversità.
Che cosa cambia se Giovanna e Alessandra o Marco e Francesco si
sposano? Abbiamo due coppie di persone innamorate, che convogliano a nozze e
vivranno la loro vita. Vivranno la loro vita, non quella degli altri. Gli altri continueranno a vivere come prima, senza ingerenze.
È una questione di
morale? Quale morale? Di chi? Dov’è il problema se due uomini
fanno l’amore o se due donne fanno l’amore?
Se due persone si amano, si cercano, si vogliono, si desiderano, perché si deve vedere come una cosa che fa schifo?
Fa schifo a chi? Agli altri? Agli etero? Beh, ma questi si possono tranquillamente girare da un’altra parte e guardare altrove.
Si dice che l'omosessualità sia una cosa contro natura.
E qui la vicenda
assume toni grotteschi, perché ci sarebbe da chiedersi che cosa vuol dire “pro
natura”.
Due individui consenzienti si guardano, si piacciono, ammiccano e poi si
baciano. Se sono due donne o due uomini, immediatamente in parecchi storcono il naso. E' brutto!
Sono malati,
vanno curati, vanno…che cosa? Messi nell’incapacità di nuocere? E a chi?
Di cosa stiamo parlando, realmente?
Stiamo parlando di
stereotipi, ecco di cosa.
E vi faccio i
classici esempi da bar:
Giulio è un
uomo e si vanta di essere andato con un sacco di donne e fa pure le corna alla
moglie.
Gli amici lo
invidiano e lo guardano con rispetto (scopa un sacco!), mentre le donne lo
guardano con una certa sufficienza anche se alcune, insomma, ci pensano (dicono
che a letto sia proprio forte!). Giulio è definito uno stallone;
Adriana è una
donna che non ama le relazioni fisse. È adulta, piacente e va a letto con chi
le pare, quando le pare. Uomini e donne la identificano con un solo aggettivo:
puttana.
Questi sono gli
esempi del giudizio malsano che la nostra società (di tutti, anche la vostra)
pone addosso alle persone alla luce del sole, mentre all’ombra,
nell’oscurità, dove non si parla e non si vede, ognuno ha fantasie proprie,
segreti inconfessabili, desideri profondi; tutte cose che vengono represse
per paura del giudizio di altri.
Gli altri, che si ergono a giudici e giurie della vita di persone come loro.
Non meglio o peggio, esattamente come loro.
E allora, cosa succede se due persone dello stesso sesso si baciano e si
mettono insieme? Che cosa cambia nella vita di tutti gli altri? Che cosa cambia a me, a te, a tutti quanti?
Noi non lo accettiamo, facciamo i moralisti, facciamo le campagne per la
salvaguardia delle famiglie tradizionali, ma sono anche i mariti di
queste famiglie che vanno a cercare la prostituta per strada.
Sono anche le
donne di queste famiglie che vanno nei locali con le amiche (tutte sante madri
e mogli) e che se vedono il bel fusto se lo farebbero seduta stante.
E allora, di cosa accidente stiamo parlando?
Già, si dice,
stiamo parlando di istinti “naturali”. Cioè, in una parola: cazzate.
Perché teoria vorrebbe che se sei sposato/a i tuoi istinti naturali
li sfoghi con il tuo/la tua partner.
Ma dal momento che
siamo umani e siamo imperfetti (tutti), cadiamo nel tranello. Gli istinti naturali non hanno sesso, sono istinti e basta.
Quindi, liberiamo la testa dall’immondizia che ci hanno venduto finora, perché amore e
attrazione non hanno vincoli di genere. Facciamocene una ragione e vivremo in
un mondo già un pelino migliore.
I bambini.
Le
adozioni, la cattiveria,
i
crimini e l'indifferenza.
L’altra questione
che sta infiammando le strade, le case, i giornali e quant’altro è
quella delle adozioni di bambini da parte di coppie gay.
Praticamente,
vista con gli occhi della gran parte della gente, un abominio.
Avete una vaga idea di quanti
siano ogni anno i bambini presi in carico da Istituti? Tantissimi.
Abbandonati.
Lasciati. Bambini perduti e invisibili.
Creature sfortunate, perché per i motivi più disparati sono stati messi da parte.
Una popolazione di cui non si parla quasi mai e che non ha la fortuna di avere una casa propria; nessuna persona che si occupi di loro e che loro possano identificare come mamma o come papà. Solo operatori e operatrici.
Possono essere adottati? Certo.
Le pratiche di
adozione? Un groviglio burocratico e costosissimo.
In due parole: se vuoi adottare un bambino ti viene chiesto “prima” se puoi mantenerlo, con una trafila di documentazioni senza fine.
Eppure, se una donna rimane incinta la stessa domanda non si pone. Non
si cerca di capire se la donna o la coppia possano permettersi un figlio
(un bambino non è un soprammobile, ha bisogno di cure e di cose ogni giorno).
Dicono che sia diverso avere un figlio biologico da adottarne uno; nel
secondo caso si fa tutta questa lungaggine per la salvaguardia dei bambini.
Ah sì? E chi
salva tutti gli altri? Chi salva quelli “biologici”?
Come regoliamo la questione se i bambini abbandonati, rifiutati, lasciati,
maltrattati, male educati, ignorati, picchiati, seviziati e gettati nei
cassonetti vengono dalle sante coppie (sposate, non
sposate, accompagnate, mamme single, “cazzo, è stato un errore!”) eterosessuali?
Sto forse dicendo
che le coppie gay sarebbero una soluzione migliore?
Ma certo che no! Sto dicendo che vorrei salvare tutti i bambini e poter dare loro una famiglia.
Quindi, sono
aperto a qualsiasi soluzione, non infilo la testa sotto la sabbia.Ma certo che no! Sto dicendo che vorrei salvare tutti i bambini e poter dare loro una famiglia.
Due persone che li amino e li coccolino e li facciano crescere, che non
gli facciano mancare nulla, che li educhino a diventare brave persone a loro
volta.
E se sono due
papà o due mamme che cosa importa?
A chi deve importare? A Dio? E dov’è Dio quando questi bambini
patiscono l’inferno sulla Terra? Vorrei sapere dai bravi cattolici dov’è Dio quando creature assolutamente innocenti sono al centro di trattamenti tanto disumani. Non solo nel resto del mondo, anche nella civilissima Italia.
Si fa presto a riempirsi la bocca con “la parola di Dio” o a dire che la
Bibbia vede la famiglia come l’unione di un uomo e una donna “davanti a Dio”.
Ma i crimini
commessi contro l’infanzia, e non parlo solo di pedofilia che di per sé è
qualcosa di allucinante, hanno come protagonisti negativi uomini e donne: non
si fanno distinzioni di singolo orientamento sessuale quando si parla di questi
crimini, ma di crimini e basta.
E sapete tutti quanti (TUTTI) che la sovrabbondanza dei denunciati e
incriminati per queste cose orrende erano insospettabili “persone per bene”.
Un altro passaggio
importante (sempre 2016, ndr), per non dire che non ne parliamo: la questione in discussione in Parlamento
sulla stepchild adoption, cioè la possibilità di adozione del figlio del
proprio o della propria partner.
Con le adozioni
vere e proprie non c’entra nulla! Smettiamola di accorpare argomenti solo per creare un casus belli.
E quella roba dell’utero in affitto? È stato solo uno spauracchio
buttato dentro per far rumore. Mi espongo ancora e dico: io non
sono assolutamente d’accordo con questa cosa.
Mi sta bene l’inseminazione
artificiale, mi sta bene la “banca del seme”, mi stanno bene molte
pratiche, ma quella di “affittare” una madre per poi portarle via il figlio
appena partorito, no. Spero di essere stato chiaro su questo punto.
Ma io vado oltre e
torno alle adozioni di bambini senza famiglia.
L’amore da dare a una creatura che rischia di crescere
sola e in un istituto, non è bellissimo?
Non sarebbe
meraviglioso se tutte le coppie, senza specificazioni di genere,
svuotassero quegli istituti e portassero in una casa vera quei bambini
per farli crescere in mezzo all’amore e alla gioia?
Con i dovuti controlli? Ma certo!
Ma ditemi, voi che siete tra quelli che la fanno tanto lunga, chi controlla le “famiglie tradizionali”? Chi fa
dei veri controlli per vedere lo stato in cui versano i minori in tutte le
famiglie vere, come vi piace chiamarle?
Certo che è una
questione delicata.
L’adozione lo è
sempre, ma dovrebbe esserlo a prescindere, non dal sesso dei potenziali
genitori. Queste sono, ancora una volta, cazzate.
E intanto che ci accartocciamo sull’argomento ci sono migliaia di
bambini che soffrono, che sono soli, che non vedranno mai una
famiglia tutta per loro.
Mentre ci sono uomini
e donne meravigliosi che potrebbero dare non solo un futuro, ma soprattutto una speranza
a chi adesso speranze non ne ha.
Si spendono milioni di parole per definire la famiglia, ma la famiglia è fatta
di amore e purtroppo la tanto sbandierata “famiglia tradizionale”,
quella del Family Day per capirci, è la sola, per ora, responsabile di tutta
una serie di veri abomini, di disastri, di storie raccapriccianti
dove chi ne ha fatto le spese sono sempre e solo loro: i bambini.
C’è un però, in
tutto questo.
Un ulteriore
problema posto più o meno da tutti, anche da esponenti del mondo gay (mondo
gay… sembra di parlare di un altro pianeta… roba da medioevo,
davvero): come risponderanno i bambini adottati da due papà o due mamme?
Come sarà la loro crescita in una società che tende a mettere all’indice
l’omosessualità come se fosse un virus?
Il timore che
vengano traumatizzati da tutta una serie di vessazioni e ingiurie
contro la loro famiglia è alto e questo porta a pensare che, non
solo la società non sia pronta per un simile passo, ma che addirittura
si sforzi (la società, cioè noi) di essere peggio di quanto già non sia.
Ha senso? Anzi, dov’è
il senso in tutto questo?
Si preferisce lasciare i bambini da soli, dentro a strutture che, per
quanto amorevoli, non sono case vere, non sono focolai domestici,
non sono famiglie.
Sono e rimangono
dei ripieghi (per fortuna che esistono!) che dovrebbero fare da ponte a una
nuova vita per questi piccoli.
Bene, adesso
facciamo un esperimento.
«Immaginate
un bimbo. Lo chiamiamo Marco.
Ha pochi mesi e
lo hanno abbandonato. Non chiediamoci perché, lo hanno abbandonato e basta.
Marco viene accolto in un istituto dove persone buone si occupano di lui e lo mettono nelle condizioni di stare al caldo, di mangiare, di dormire in un lettino suo.
Cresce per alcuni anni dentro a questo istituto e tra le tante coppie che ne chiedono adozione ce ne sono alcune formate da due potenziali papà e due potenziali mamme.
Immaginiamo che per lunghe
questioni burocratiche le coppie etero che ne hanno fatto richiesta non
rispondano ai requisiti richiesti, invece le coppie dello stesso sesso, sì.
Senza una legge che approvi l’adozione per queste coppie, Marco dovrà
continuare a vivere nell’istituto (o peggio, passare da una famiglia
“temporanea” all’altra – esiste anche questo) crescendo senza una famiglia
sua.
Senza due volti
da identificare come “la sua famiglia”. Senza l’amore che queste coppie
potrebbero dargli.»
E adesso, chi ne ha, guardi i propri figli e li immagini dentro a
questi istituti.
In conclusione:
Smettiamo di essere così rigidi e ottusi e iniziamo a fare davvero gli “esseri umani”.
I diritti sono di tutti. I doveri sono di tutti. Non puoi incasellare l’amore, perché l’amore è un sentimento “umano” e appartiene solo a noi.
Abbiamo fatto danni incalcolabili fino adesso, distruggendo vite e
togliendo speranze.
Proviamo a essere
tolleranti, smettiamo di essere cattivi, tentiamo di dare speranza e
futuro.
Solo l’amore ci potrà salvare.
L’amore e
basta.
Non di chi
verso chi.
E smettiamola con questa storia del “contro natura”.
Contro natura è
quello che facciamo ogni giorno a questo pianeta e a noi che lo abitiamo.
Due persone hanno
il diritto di amarsi e di creare il loro nucleo, se lo vogliono, a prescindere
dal sesso di entrambi, dal "genere" e da tutte le altre stronzate.
Etero e
non-etero, non cambia niente: sono persone e basta!
E i bambini...
Beh, ricordatevi
che i bambini hanno solo diritti, non doveri. E hanno bisogno di amore.
Di nient’altro che amore.
E non è vero che di amore non ce n’è.
Per
accorgersene basta smettere di essere tanto disumani da voler guardare da dove
viene.
Buona vita.
Rolando Cimicchi
Postilla: a proposito di Dio.
Io non sono credente, non sono nemmeno ateo. Non lo so e basta e forse, un giorno, avrò la risposta.
Rispetto chi crede, chi non crede e pure tutti quelli nel mezzo, come me.
Ma se Dio esiste non posso pensare che, di fronte all'amore, si faccia pippe di genere, provenienza, colore o quant'altro. Se così fosse, allora avrebbe ragione un signore che un giorno disse: abbiamo creato noi Dio, per potercene servire come e quando ci fa comodo. E a me piace pensare che non sia così, che Lui sia migliore di noi.