martedì 13 gennaio 2015

"Oh, mia bella bionda, ti dirò dunque addio?"

-Prima di cominciare, meglio chiarire un punto. Io fumo.-                 


A dieci anni dalla legge anti-fumo che l’allora Ministro Sirchia portò a compimento, di fatto rivoluzionando quelle che erano abitudini ormai consolidate del popolo dei fumatori, arriva adesso una trovata dell’attuale Ministro della Salute Lorenzin per una stretta ancora più decisa.
L’idea è quella di arrivare a vietare il fumo nei parchi pubblici, nelle spiagge, negli stadi, nelle auto (in presenza di minori o di donne in stato interessante) e, udite udite!, nei film e nelle serie televisive nazionali (inteso come immagini di chi fuma, chiaro…).
Che dire, quando si vuole vietare una cosa nociva pare sia possibile farlo.
Questo diminuirà il numero dei fumatori? Bella domanda.
Il comunicato stampa n.9/2014  dell’ Istituto Superiore di Sanità datato 30 Maggio 2014 ci dice che in Italia dal 2013 al 2014 si è passati dal 20,6% al 22% di fumatori accertati. L’aumento maggiore è stato nel gentil sesso, mentre i maschietti hanno fatto quasi un pareggio.
Probabilmente nelle intenzioni del Ministro Lorenzin e del resto del Governo c’è la volontà di porre fine a questa piaga dilagante che è la sigaretta! “E sarebbe ora!” direte voi.
Curioso è il rapporto che lega Stato e Sigarette.
Pensate che le cifre relative al 2013 ci dicono che lo stato incassa dalla vendita di sigarette circa il 75% di quello che viene speso dai fumatori. Quindi, per circa 11 milioni di consumatori italiani che spendono circa 1500 euro annuali per le bionde, lo stato arriva a beccare circa 15 miliardi di euro.
E io devo credere che lo Stato rinuncerebbe a questi soldi, così, senza battere ciglio?
C’è chi parla del danno che il fumo provoca anche alle casse della Sanità Nazionale, tra cure, ospedalizzazioni e terapie domiciliari. Purtroppo, però, anche qui i dati ci danno una mano dicendo che il tabacco sarebbe al terzo posto per questo tipo di effetti nefasti sulle casse statali, vedendo al primo posto i giochi d’azzardo e al secondo posto l’alcool. Tra l’altro, cosa curiosa, di questi tre Vizi il tabacco sarebbe l’unico che farebbe chiudere in attivo lo Stato tra soldi incassati e soldi spesi. Pazzesco, vero?

Ora facciamo un po’ di ordine perché altrimenti non se ne esce.
Ogni 8 minuti, ci dicono, muore una persona per gli effetti del tabagismo. Vuol dire una media di 65000 persone l’anno. Tra i “Vizi brutti brutti” è il primo della classe.
E questo è brutto.
La cosa curiosa del fumo, però, è che si tratta di un danno estremamente personale. Soggettivo.
L’effetto positivo della  legge anti-fumo voluta da Sirchia è stato quello di diminuire drasticamente il fenomeno del fumo passivo. Togliendo la possibilità di fumare nei locali pubblici la gente si è abituata, piano piano, anche ad una diversa gestione del fumo “casalingo”. Quando in una famiglia il fumatore è in minoranza, o in presenza di minori o anziani, egli sceglie consapevolmente di uscire (in terrazza, in giardino, va a fare due passi) per fumarsi la benedetta sigaretta.
E questo è buono.
Fondamentalmente, a chi reca danno il fumatore? A se stesso, mi sembra ovvio. Tolta la possibilità di recar danno diretto ad altri (fumo passivo) il resto se lo becca lui (fumo attivo). Con somma gioia, godimento e anche un paio di imprecazioni a chi gli vuol male.
Il fumatore sa che cosa sta facendo, secondo voi?
Parliamoci chiaro: la sigaretta è una dipendenza. E’ una droga, non c’è niente da fare. La nicotina agisce sui nostri recettori e, Paf!, sei dipendente e tanti saluti.
Ma di tutte le droghe che conosco e di tutte le dipendenze che esistono è l’unica che possiamo realmente identificare, negli effetti nocivi, come circoscritta al soggetto consumante.
Provate a dire di no e nel caso, fate un impietoso confronto con quel che può succedere a tre soggetti che sono:
-il primo fatto di sigarette;
-il secondo fatto di alcool;
-il terzo fatto di droghe (eroina o cocaina o ecstasy o acidi e stronzate varie).
Il primo al limite avrà un mal di testa termonucleare, ma non sarà un pericolo per gli altri, mentre il secondo e il terzo sono potenzialmente pericolosi per chi sta loro attorno a causa dell’alterazione psichica che alcool e droghe portano con loro. E se dite di no siete tonti.

No, non sto scusando il fumo perché sono un fumatore. Sto cercando di capire perché ci si accanisce contro una popolazione di “drogati” non pericolosi per il prossimo, mentre con gli altri si fa davvero ben poco.
Vi dirò di più:
quando si parla di tossicodipendenti (droghe pesanti) spesso lo si fa con un certo pietismo nella voce, quasi a voler capire, scusare, comprendere quelle povere creature cadute preda della droga. E quando ne escono (quelli che ci riescono, ovvio) li si guarda con ammirazione e, anzi, li si plaude.
Stessa cosa per gli alcolisti, anche se va detto che, finché bevono, vengono stigmatizzati e allontanati con fastidio, ma quando si “ripuliscono” anche ad essi è riservata ammirazione e plauso.
Ai fumatori invece, spesso, si riserva uno sguardo di fastidio, uno sguardo ammonitore (fuma, fuma, vedrai poi…), come se fossero peccatori peggiori di altri e viziosi senza speranza.
Insomma, suvvia, un po’ di logica.

Tornando a bomba a quel che è l’idea “nuova” del Ministero ci sono cose che non mi tornano.
Premetto che io sono assolutamente d’accordo a qualsiasi iniziativa atta a frenare la decadenza sistematica della nostra società, cominciando proprio dalla salute.
Dal momento che sono consapevole che “chi è causa del suo mal, pianga se stesso”, è ovvio che, da fumatore, sono perfettamente in grado di capire che porto un danno alla mia persona.
Quel che non capisco è perché, se si vuole realmente sterzare verso una società più sana, si cominci solamente dalle sigarette. Fare un, che ne so, “Pacchetto Salute” buttandoci dentro anche alcool, droghe, gioco d’azzardo, cibi-spazzatura no? Sarebbe un’idea!
Una bella ripulita a tutto quanto.
Ma, così facendo, non si potrebbe non tenere conto anche dell’inquinamento. Eh, già, c’è anche quello, sapete?
Automobili, camion, furgoni, moto, scooter e ancora fabbriche, riscaldamenti domestici, centrali elettriche, impianti di smaltimento rifiuti etc. etc.
Pensare di vietare il fumo di sigaretta nei parchi pubblici, negli stadi e nelle spiagge per non intossicare i non consumatori è come voler conservare la verginità scopando!
O pensate forse che la classica passeggiata all’aria aperta (in città, ma al parco però!) vi impedisca di respirare Co2, poveri sottili, piombo, e tante belle cosette che neanche immaginate?
No, secondo me qualcosa davvero non torna.
Facciamo la pubblicità televisiva dei giochi d’azzardo, ma consigliando un “gioco moderato”.
Pubblicizziamo società di prestiti personali invece di sconsigliare di indebitarsi.
Facciamo pubblicità di alcolici (l’Aperol E’ un alcolico e anche il vino, sapete?) e poi in tanti bevono, guidano e poi si schiantano. Ammazzando anche altri che non bevevano.
Facciamo vedere gente in televisione che si è sniffata l’impossibile, ma siccome sono ricconi del jet set allora quasi quasi diventano fighi.
Pubblicizziamo automobili che inquinano e poi facciamo le campagne contro l’inquinamento.
Cioè, scusate, ma la coerenza in tutto questo dove si trova?

Chiudo con un pensiero tipicamente da fumatore:
dal momento che il futuro è incerto e fumoso, mi accendo una sigaretta e statemi bene.
Fatevi una risata. Responsabilmente. (ah ah ah…)


Alla prossima.

sabato 10 gennaio 2015

Gli Schiavi (In)consapevoli

 Potrei dirti, lettore, che sono triste ed indignato per la strage appena consumatasi a Parigi. Potrei dirtelo, ma non lo farò. Perché, in fondo, lo siamo tutti, no? Indignati e tristi.
Il problema è che la nostra indignazione e la nostra tristezza sono sfuggevoli, umorali, particolarmente sensibili alla prossima notizia e, soprattutto, a quel che sulla notizia si costruisce.
Se gli attentatori di Parigi fossero stati definiti come appartenenti a gruppi sovversivi locali, a falangi armate di qualche movimento insurrezionalista o anarchico, probabilmente non avrebbero creato tutto questo bombardamento mediatico.
Ahimè, gli stragisti erano fondamentalisti islamici. Così ci hanno detto perché inneggiavano ad Allah mentre sparavano, secondo i testimoni. E questo, sì, che crea una audience autentica e stabile.
Appena nomini il fondamentalismo islamico a tutti iniziano a tremare le gambe dalla paura, le mani dalla rabbia e la voce per l’odio. Eccolo qua: l’odio.
Razziale, religioso, etnico, sociale, filosofico? Di che odio si tratta?
“Tu sei uno che parteggia per loro!”
Loro chi?
Io non parteggio per nessuno, solo per la verità. E la verità, da sempre, genera fastidio ed è per questo che si cerca di celarla il più possibile e nel migliore dei modi possibili.
Ascolta: qualcuno mi ha additato come complottista. Ora, tu lo sai chi sono i complottisti, non è vero? Sono quel manipolo di persone che vedono dietro ad ogni avvenimento un movimento silenzioso ed invisibile di un ipotetico “super potere nascosto” che tira le fila del mondo. Beh, io non credo a queste dita invisibili per un motivo semplice: c’è ben poco di invisibile in quel che accade intorno a noi, basta solo osservare meglio. Possono tenere celati i reali mandanti (nomi e cognomi), ma chi crea e chi distrugge ai margini e dentro la società in cui viviamo sono sempre quelli che stanno al Potere. E il Potere, di occulto, non ha proprio niente. Cambiano i soggetti, cambiano le prospettive, ma i risultati sono sempre gli stessi.
La verità sulla strage di Piazza Fontana ancora oggi non è stata chiarita appieno. Idem dicasi per il DC 9 di Ustica, per il rapimento Moro, per la strage di Capaci. E siamo rimasti in Italia!
Te lo ricordi l’11 Settembre 2001? Ancora oggi si discute e ancora oggi non c’è stata una dichiarazione ufficiale che chiarisca tutti gli innumerevoli punti oscuri della vicenda.
La strategia è quella di generare paura, tensione, ansia, fobia, dubbio nella popolazione, non in uno stato. E il terrorismo di matrice islamica è, oggi, il punto più alto della strategia. Se punti su di loro hai fatto Bingo.
“Allora tu non credi che fossero integralisti islamici?”
Devo fidarmi di ciò che mi dicono i mass media. Io non i ho visti, e nemmeno tu. Abbiamo visto persone a volto coperto e i testimoni, come detto sopra, affermano che i terroristi gridavano “Allah è grande”. Ma io, per una volta, mi voglio fidare della notizia. Voglio credere che fossero davvero integralisti/fondamentalisti/ jihadisti o chissà cos’altro.
Ci voglio credere anche se il ritrovamento dei documenti personali degli attentatori nell’automobile usata per la fuga fa storcere il naso.
Ci voglio credere anche se i terroristi avevano passaporto francese ed erano noti alle forze dell’ordine di mezza Europa per essere militanti ben addestrati, ma dal comportamento anomalo in una situazione come questa.
Ci voglio credere anche se il fatto che siano stati uccisi dalle teste di cuoio francesi, invece di catturarli e interrogarli, è curioso, dal momento che era chiaro che non avevano ostaggi e sarebbero stati molto più utili da vivi..
Ci voglio credere anche se non mi spiego perché era stata revocata la presenza di una camionetta della Polizia davanti alla sede del giornale, sostituendola con un solo poliziotto.

Il problema sorge nel momento in cui tutti noi, dopo aver creduto fermamente a tutta la vicenda e a tutte queste cose, piangiamo e ci strappiamo le vesti e urliamo il nostro sdegno, ma ci fermiamo lì. Non andiamo oltre e, soprattutto, iniziamo un pericoloso processo di accorpamento: musulmano = terrorista.
Lo abbiamo già fatto dopo l’11 Settembre, l’hai dimenticato?
Non andiamo a scavare, non ci informiamo adeguatamente, non ci prendiamo il disturbo di capire.
Il musulmano è un terrorista nella stessa misura in cui lo è un cristiano, un ortodosso, un protestante, un battista, un buddhista, un induista. Ci credi? Io no.
I musulmani hanno abitudini, culti, credi e tradizioni diverse dalle nostre, ma questo non fa di loro dei criminali. È l’ignoranza del popolo e l’ambiente in cui cresce che genera i mostri.
Se tu fossi nato in Iraq, probabilmente odieresti gli americani e tutto il mondo occidentale, perché saresti cresciuto a pane e odio. Non saresti andato a scuola, probabilmente, e forse il tuo primo giocattolo sarebbe stato un mitra. A trent'anni, e con l’odio che ti esce dagli occhi, ti saresti fatto avanti tu stesso per un attacco suicida. O una strage. O un attentato. Ma se nascevi in Afghanistan, in Libia, in Algeria, in Nigeria, in Ruanda, in Congo, le cose non cambiavano tanto, sai?
Sei nato in Italia e l’unica guerra che sai fare è quella davanti ad uno schermo quando gioca la Nazionale di calcio, perché nemmeno scendi in piazza a protestare come si conviene per i diritti che ti stanno portando via. Diritti che sono tuoi per Costituzione.
“Parli come uno di quei sinistroidi buonisti.”
Sai, un tempo ero di sinistra, ma non ho passato il confine per andare a destra. Semplicemente perché sono concetti vecchi e triti. Io sono un libero pensatore e cerco di non farmi condizionare dalle stronzate che tuonano quelli di sinistra/destra/centro/moderati.
Riconosco che la differenza culturale può essere un problema se nessuno tenta di avvicinare culture diverse per provare a farle vivere insieme. E l’estremismo culturale del mondo islamico, con le sue torture e i suoi divieti e le sue mille crude sfaccettature, è l’unica cosa che passa sui nostri principali canali informatici: la televisione e la stampa. E dal momento che è nostra consolidata abitudine giudicare le storture altrui, non facciamo nemmeno lo sforzo di guardare in casa nostra.
Credi che non ci sia bellezza, arte, gioia, gentilezza, amore, passione e compassione tra i musulmani?
Credi che la nostra “civiltà”, come la chiamiamo, sia migliore della loro?
E su quali basi pensi queste cose?
In Arabia Saudita c’è la pena di morte. C’è anche negli Stati Uniti d’America.
In molti paesi islamici c’è la tortura. E’ praticata anche dai servizi segreti di mezzo mondo occidentale.
In molti paesi africani si pratica l’infibulazione alle donne. In Italia e in altri paesi occidentali le donne le stupriamo, le picchiamo, le uccidiamo.
In molti paesi musulmani dove la religione è quasi intoccabile, chi si schiera contro la religione rischia la vita e se è fortunato solo il carcere. Nel nostro mondo bello e sicuro essere ateo non è così ben visto come credi, basta pensare al Presidente americano che alla fine di ogni discorso, sempre, dice “Dio benedica l’America”.
Credi che solo noi abbiamo la possibilità di dire quello che pensiamo, ma in Turchia (che è un paese a religione musulmana) puoi dire quello che ti pare. E anche in Tanzania. E anche in altri paesi.
 "Tu scusi loro e giudichi noi."
Io non scuso nessuno. E non mi pongo a giudice di niente.
Prova anche tu a pensare a chi giova, in un momento come questo, un inasprimento dei rapporti con il mondo islamico. A me, a te, a noi tutti?
Giova al Potere.
E il Potere controlla l’informazione che entra nelle case e nelle case di mezzo mondo la gente (tantissima gente, più di quanto immagini) ascolta rapita le parole che escono come se fossero la verità assoluta. Ed è così che controlli la mente delle masse. E quando le controlli, poi, ne fai quello che vuoi.

In questi giorni ci hanno massacrato le orecchie e gli occhi con l’attentato di Parigi, ma ben pochi sono stati i minuti dedicati ai morti (oltre 2000) che erano sparsi nelle strade di Baga, una città della Nigeria, dove l’esercito di rivoltosi di Boko Haram ha fatto un massacro per arrivare a prendere il potere.
Quasi niente si è sentito di Raif Badawi, blogger  prigioniero di coscienza saudita condannato per aver espresso il suo dissenso verso il paese e verso la religione. Una condanna a 10 anni di carcere e 1000 frustate suddivise in 20 settimane, 50 frustate a settimana.
Non ti dicono quello che dovresti sapere, ma solo quello che devi.
Non ti dicono che ci sono migliaia di musulmani che lavorano in occidente e che sono dissidenti. Gente scappata da realtà che non condivide, ma che tentano in ogni modo di integrarsi da noi e di informare come sono le cose realmente.
Non ti dicono che se la maggior parte dei paesi mediorientali ci vede come dei criminali è perché li abbiamo sfruttati, usati, depredati e poi armati, istruiti ad uccidere e poi condannati, attaccati e bombardati.

In conclusione, io vorrei credere, come te, che esiste un Male Assoluto che va estirpato e vorrei avere le tue convinzioni. Vorrei che fossero vere.
Ma non lo è. Non è così.
Il Male è quella cosa fumosa e intangibile che si chiama Potere. E non ha corpo, non ha bandiera, non ha volto. E' come se fossero tanti tentacoli.

Ci controllano. Ci usano. Ci stimolano. Ci comprano. Ci piegano.
Siamo schiavi (in)consapevoli.
E tu lo sai, dentro di te, ma non ci vuoi credere. Perché il Potere ti ha convinto che esiste un Cattivo grande che ci vuole distruggere e allora tu ti scagli contro il Cattivo.
Sei uno schiavo. E non vuoi sentire altro.


Dedicato a molti di quelli perduti tra un telegiornale e una pubblicità.

martedì 6 gennaio 2015

Siamo alla frutta?

Siamo arrivati alla frutta?
Può darsi. Qualcuno sostiene che abbiamo ancora qualche carta da giocare per risollevare le sorti della partita, ma secondo me il qualcuno in questione è un incauto ottimista.
Sto parlando dell'Italia?
No, sto parlando del pianetino che abitiamo.
Partiamo alla grande!, direte voi, ma credo che un semplice sguardo in giro vada bene per cominciare.
Facciamo un po' di baccano, tanto per dare fastidio...
Recentemente sono scomparsi tre protagonisti della musica. Mango, Joe Cocker, Pino Daniele. Non erano di primo pelo nessuno dei tre, ma va da sé che, dal momento che erano di carne e ossa come gli altri, prima o poi dovevano tirare le cuoia. La cosa assurda è stata l'incredibile eco che queste morti hanno avuto (nel resto del mondo solo quella del vecchio Joe e non me ne vogliano i campanilisti per forza), dal momento che ogni giorno se ne vanno milioni di persone senza che a nessuno gliene freghi una beneamata pippa.
Voi direte che erano persone famose e io vi capisco, perchè quando calerà il sipario su Springsteen sarò triste pure io, ma sarebbe civile, nonché umano, considerare quanta gente ci lascia le penne per i motivi più svariati senza che un misero trafiletto o una notiziola alla fine del Tg  ne dia nota.
Lo so, lo so...state pensando che faccio del qualunquismo. Avete ragione, probabilmente.
Sono così qualunquista che mi preme ricordare, di tanto in tanto, che mentre noi si festeggiava il Natale appena passato (la festa dei buoni, avete presente?) da qualche parte nel resto del globo una manciata di gente quanta ne può contenere il Santiago Bernabeu di Madrid cadeva stecchita per mancanza di cibo. Cioè, in altre parole, noi ci si abbuffava e quelli morivano di fame.
Ve ne siete ricordati mentre azzannavate il panettone? Sono sicuro di sì.
E mi preme ricordare, talvolta, che esiste uno sparuto manipolo di persone che gestisce talmente tanto denaro da poter cancellare il debito dei paesi del terzo mondo domani. Sì, avete capito, domani, non tra dieci anni. E a voi, cambia qualcosa saperlo?
A me sì.
Cambia la mia visione delle cose.
Perchè mentre facciamo i soliti e triti convenevoli di Capodanno augurandoci un anno diverso, migliore, che ci dia e ci porti soddisfazioni, lo facciamo sempre con lo sguardo rivolto allo specchio. Lo facciamo guardando noi stessi. Perchè siamo parte di una massa di egoisti (e pure un tantino scemi). C'è da dire che di quella massa non fa parte tutta l'umanità, altrimenti invece di essere alla frutta (?) saremmo nel bel mezzo di una catastrofe globale.
Va da sé che la parte è bella grossa e alzi la mano chi può dire di no.
Qualunquismo, qualunquismo...
Sì...lo so.
Avete sentito che la Germania di Frau Angela ha dichiarato che la Grecia può anche togliersi dall'Eurozona senza che ai crucchi gli si scombini il sonno? Ma come, fino all'altro ieri li hanno bastonati a suon di multe, multine, decreti e cazzate varie e adesso gli dicono che possono levarsi dalle palle? Ve lo dico io il perchè. Alla Tedesconia di "salvare" la Grecia non gliene mai importato un fico secco, perchè una volta tornata alla dracma e con una inflazione da girone dantesco qualcuno (indovinate chi?) si farà avanti comprando a prezzi ridicoli tutto quel che c'è. Praticamente come ai saldi di fine stagione.
Dite, a voi dei greci ve n'è mai importato qualcosa?
Eh già, abbiamo i nostri di problemi, dico bene?
Noi abbiamo i nostri, loro hanno i loro, in Africa c'è l'ebola che rompe e Putin schiamazza contro l'Europa manco fosse una moglie tradita.
Intanto, mentre scrivo, qualcuno è morto, un altro ha salvato una vita, uno è nato, qualche altro migliaio non sa se domani mangerà e tanti (come voi e me) si dilettano nel pensiero che ce la faremo a risollevarci.
Io sarò anche un qualunquista, ma sapere che undici milionari in calzoncini corti hanno giocato una partita a palla con il lutto al braccio per la morte di un cantante, mentre ogni cazzo di giorno seppelliamo badilate di gente (anche) per la nostra indifferenza e paesi interi crollano sui colpi del Dio denaro mi fa piuttosto incazzare.
E, sì, forse non siamo alla frutta, ma abbiamo già mangiato il secondo...

Alla prossima.